LA NUTRICE
La nutrice: ovvero perché non conviene anticipare i bisogni degli altri

Mia figlia aveva circa 14 giorni quando abbiamo fatto il primo viaggio in aereo per andare a visitare i nonni. Dunque, arriviamo in aeroporto con molte ore di anticipo, io armata di bagagli, passeggino, borse, cambi e tutto l’occorrente necessario e non necessario per la traversata. Lei che dorme serenamente nella culletta incurante del rumore fastidioso degli annunci dei voli in partenza, dei cambi di imbarco e dei vari signori dai nomi incomprensibili in ritardo al gate.

Tengo a mente l’esatto minuto in cui la bambina dovrebbe svegliarsi secondo le sue consuete abitudini per fare la poppata, rigorosamente al seno e su richiesta. E insomma saliamo sull’aereo e nulla. Lei continua a essere immersa in questo sonno profondo quasi catalettico. Ci sediamo, la sistemo fra le mie braccia con la cintura legata a me come spiegatomi scrupolosamente dall’assistente di volo. Partiamo.

Penso che a questo punto sia meglio che si svegli dopo il decollo.

Tutto sereno, decollate, nessun pianto. Nel frattempo ho già girato e rigirato la poppante infinite volte per assicurarmi che stia respirando (perché, non si sa mai…). E lei continua a dormire beata.

A un certo punto, incomincio a prepararmi per essere pronta a stoppare eventuali pianti famelici del risveglio. E così prendo quel bel lenzuolo bianco ricamato a mano da mia nonna, lo dispongo sopra la mia spalla in modo che possa coprire anche la testolina della piccola, sgancio il reggiseno e di impulso tiro fuori la tetta, bella gonfia e piena di latte fresco, pronta da mungere.

Il povero passeggero che mi sta accanto non ha il coraggio di voltarsi e continua con finta indifferenza a leggere ‘sta rivista maschile senza mai distogliere lo sguardo. Ma mia figlia continua a dormire in un sonno sempre più profondo.

E lei continua a dormire beata.

Passano le hostess che vorrebbero offrirmi qualcosa da bere e cercano con molta professionalità di mostrarsi indifferenti alla situazione ormai imbarazzante e io, con un sorriso comprensibilmente di circostanza, accetto timidamente solo un bicchiere d’acqua.

Fa molto caldo e penso che la bambina stia morendo di caldo (se non già morta), così decido di spogliarla. Poi mossa dalla paura che sia veramente morta, mi bagno leggermente le mani e inizio a spruzzarle addosso qualche gocciolina d’acqua come ultimo, estremo tentativo per farla rinvenire!

Ma nulla non pare dia segni di cedimento, continua a dormire (spero) così beata e con le guance rosee.

Finalmente stiamo arrivando, ci stiamo preparando per l’atterraggio.

Decido di rivestirmi anche io.

Eccoci, atterrate! Pianto della bambina, finalmente sveglia! Che bello non l’ho uccisa!

Lei sorride, è serena, io ho abbandonato tutte le mie ansie e aspetto di scendere da quel volo quando sento quell’odorino tipico dei bebè un pò dolce un pò acre, segnale che lei sta benone!

E tu? Anticipi mai i bisogni degli altri? Sei sempre pronta a qualsiasi evenienza?

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